Ricordo precisamente una scena di Minority Report, dove un distrutto emotivamente Tom Cruise ricordava il proprio figlio proiettando video ologrammi ripresi all’epoca, tutto questo memorizzato su singole piastrine di vetro.

Questa è stata la prima cosa che ho pensato guardando il video linkato ad inizio articolo, quello dove Ant Rowstron (Microsoft Partner Deputy Lab Director) cerca in semplici concetti di spiegare questo nuovo modo di immagazzinare dati all’interno del vetro.

Come ben sappiamo, tutti i supporti ad oggi utilizzati andranno man mano a deteriorarsi o a scontarsi con fenomeni naturali che potrebbero renderli inutilizzabili. Con questa nuova tecnologia, inserendo dati nel vetro potremmo preservarli per decenni se non centinaia di anni, grazie proprio alle proprietà del vetro, che in questo caso potrebbe anche essere rinforzato per durare di più e scontrarsi con possibili scenari immaginati.

A questo punto mi viene automatico immaginare però cosa si potrebbe fare di una tecnologia di questo tipo, pensate quanto vetro ci circonda e quanti dati potrebbero essere semplicemente immagazzinati per qualsiasi tipo di scopo. Certo, sicuramente inizialmente il vetro usato sarà studiato in laboratorio, i dati saranno inseriti con sistemi estremamente sofisticati, ma quando si parla di tecnologia non si può non viaggiare con la mente al futuro.

Immaginate anche solo l’unione degli OLED trasparenti applicati ad una superficie di vetro contenente dati … è vero che in questo caso i dati sarebbero statici e non più modificabili, ma se un giorno parleremo di applicazione su vetro tradizionale sappiamo tutti come viene riciclato e com’è possibile riutilizzarlo semplicemente.


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